1. Fortuna o sfortuna?

Estratto da una ricerca di Roberto Peretti

La vita di Antonio Astesano è davvero particolare e interessante; nasce a Villanova d’Asti nel 1412 da nobile famiglia astigiana legata ai guelfi Solari.

In seguito alla cacciata delle famiglie guelfe astigiane intorno al 1339, da parte del marchese Giovanni II del Monferrato, alleato del consorzio astigiano ghibellino dei De Castello, una parte della famiglia dell’Astesano si trasferì a Villanova, e una parte si trasferì a Lodi. 

L’esilio costrinse il padre Pietro a svolgere, oltre che l’attività notarile, anche quella di insegnante di grammatica latina e geometria. 

Nel 1427, a 15 anni Antonio Astesano è mandato dal padre Pietro a Trino Vercellese alla scuola del maestro Simone Tronzano.

 Nel 1429, su consiglio ed invito del carmelitano suo parente Antonio Ferrario, il giovane Astesano si trasferì a Pavia, per dedicarsi allo studio della medicina presso quella famosa università.

La peste lo costrinse a lasciare gli studi in Pavia nell’anno 1431. 

Si diresse a Genova.

Dal capitolo sesto dell’opera più importante di Antonio Astesano “Sull’instabilità della fortuna ossia sulla sua vita e sulle gesta dei cittadini astesi”: “Ma la fortuna costantemente in agguato, che per nessuno è sempre favorevole e che non suole essere propizia in perpetuo, ahimè, mi permise di trascorrere appena due inverni ed una sola estate a Pavia.

Infatti, è sopravvenuta nella suddetta città una così grande epidemia di peste che dovetti affrettare la fuga a Genova. Non c’è nessuno, ovviamente, che non preferisca preservare la vita ed evitare, finché può, una brutta morte. 

Ohimè, che grande avversaria mi fu quella calamità; quanto la fortuna fu allora nemica del mio bene! 

Essa mi ha impedito di imparare così importanti discipline e non mi ha consentito di diventare medico e filosofo …”.

Dal capitolo decimo del primo libro “Sull’instabilità della fortuna”: “…. non avevo soggiornato in Genova più di quattro mesi, quando sopravvenne l’orribile pestilenza che portò via, con subitanea morte, due degli studenti ai quali insegnavo. Questo fatto mi procurò così tanto terrore, che desiderai di allontanarmi di là con passo veloce e cercai portarmi a Savona per poter poi ritornare al paese natio … .”  

Antonio Astesano da Savona a piedi e con difficoltà superò gli Appennini, giunse a Savigliano poi a Poirino.

Dal Libro secondo, capitolo primo da “Sull’instabilità della fortuna”: “A Poirino incontrati casualmente Guido Tagliato, che era carissimo amico di mio padre: questi, che mi aveva avuto a battesimo, mi invitò a recarmi a casa sua. Egli mi disse che la terribile peste non aveva ancora lasciato Villanova…. Saputo ciò, scrissi a mio padre. Mi rispose il giorno seguente di recarmi a Carignano e di fermarmi là finché egli non mi inviasse altra indicazione, non volendo che io corressi il rischio della morte né il timore del morbo ,…… .Sopraggiunto il rigido freddo dell’inverno, un freddo che perdurò a lungo in quell’anno, e fece ghiacciare tutti i corsi d’acqua, finalmente nella città di Asti e nella stessa Villanova si placò la peste”. 

Per la festa del Natale 1431 Antonio Astesano raggiunse la famiglia in Villanova d’Asti. 

Dopo i saluti e gli abbracci, il padre informò Antonio che era mancato l’insegnante di grammatica di Asti ed aggiunse: (dal capitolo secondo del Libro Secondo da “Sull’instabilità della fortuna”) “Se la fortuna mi avesse dato una ricchezza tale da poter sostenere il peso dei tuoi studi, io questo lo avrei fatto volentieri, o mio caro figlio, e avrei desiderato che tu continuassi il cammino iniziato. Ma poiché ho scarse risorse e una piccola entrata e devo già sopportare il peso del mantenimento dei figli, non vedo come potrei sostenere più a lungo il gravoso onere dei tuoi studi ginnasiali, essendo io stato colpito pesantemente dalla terribile peste che qui fu devastante non molto tempo fa, come tu vedi; essa mi ha costretto ad abbandonare le proprietà, la casa, i guadagni e a sopportare ingenti spese per un tempo tanto lungo, che sono rimasto del tutto sprovvisto di denaro: sono ora quasi privo di tutto e bisognoso. Spero tu assuma l’incarico di insegnare nella città di Asti la grammatica e la lingua ai ragazzi. …. . Che cosa credi che ci possa essere di meglio che insegnare ai giovani la virtù e i buoni costumi?

Dal capitolo terzo del Secondo libro “Sull’instabilità della fortuna”: “All’udire tali argomenti dalla bocca di mio padre, così risposi con tono rispettoso. Quantunque sperassi, o padre venerando, di poter proseguire in futuro con grande impegno gli studi intrapresi, …, tuttavia io per fare cosa accetta ai miei parenti e a te, a cui debbo tutto, anche la stessa vita, accetto di esercitare almeno per un anno il compito di grammatico, non diversamente da come tu vuoi,…. . Appena saranno trascorse le prossime feste di Natale mi recherò dove tu stesso, padre, mi comandi, e accompagnato dai miei libri andrò nella città di Asti per affrontare l’oneroso compito di insegnante”.

L’Astesano divenne direttore della scuola di grammatica e di retorica di Asti, ma nel 1433 fu chiamato a Pavia come lettore e docente di autori classici.

Nel 1441 sposò ad Asti la figlia del medico Bartolomeo Carrari, da cui ebbe figli.

Negli anni successivi fu maestro di scuola a Chieri. 

Nel 1447 Carlo d’Orléans, liberato dalla lunga prigionia in cui fu trattenuto dagli Inglesi ad Anzicourt (1415-1440), nell’intento di raggiungere la contea di Asti (ereditata dalla madre, Valentina Visconti), incontrò a Villanova d’Asti l’Astesano, che gli dedicò un componimento poetico.

Il 26 ottobre dello stesso anno il duca fece il solenne ingresso in Asti. 

Nell’occasione l’Astesano venne nominato capitano del Castello di Monterainero, che sorgeva nel Borgo di Santa Maria Nuova e in seguito alle sue doti umanistiche e letterarie divenne segretario ducale. 

Nel 1448, seguì l’Orléans a Blois rimanendo in Francia per molti anni, certamente fino al 1453. 

Esistono ancora documenti dell’Astesano datati 1455 e 1457 e 1458. Le Carte del fondo Orleanese della contea di Asti ne registrano la morte il 1º maggio 1463. 

Uno dei fratelli di Antonio, Nicolò, più giovane di lui (nato nel 1431), divenne anch’egli segretario ducale del duca di Orléans (1469).

Nel corso del Quattrocento, Antonio Astesano, con Bartolomeo Pascali, Facino Tiberga e Giovanni Gauteri, fu uno dei protagonisti dell’Umanesimo piemontese.